Partecipazione e cittadinanza attiva: cosa pensano i giovani

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Quando si parla di partecipazione dei giovani e di educazione alla cittadinanza attiva, vale la pena considerare anche i loro atteggiamenti, le loro preoccupazioni e gli ostacoli che potrebbero impedirgli di partecipare. L’anno scorso, in Ungheria, sono stati organizzati diversi workshop sulla cittadinanza attiva e sulla partecipazione utilizzando metodi di apprendimento non formale con studenti delle scuole superiori provenienti da contesti diversi. L’obiettivo degli eventi era quello di scoprire cosa i giovani pensano di sapere sulla cittadinanza e sulla partecipazione, quali sono i temi e i problemi che li preoccupano, quali sono per loro le opportunità per essere coinvolti attivamente nel cambiamento di una situazione e come l’ambiente in cui vivono influenza la loro partecipazione. Per ogni tema, abbiamo cercato di comprendere la partecipazione a diversi livelli: locale, nazionale, internazionale o globale.

In primo luogo, abbiamo parlato delle competenze civiche o di partecipazione che i giovani ritengono importanti per la loro fascia d’età. Anche se sono state menzionate diverse conoscenze che spesso imparano a scuola (come ad esempio gli organi di governo, come si svolgono le elezioni locali, ecc.) stati considerati più importanti argomenti quali: conoscere chi contattare per fare domande, conoscere le opportunità di borse di studio nazionali e internazionali, fare scelte informate sulla formazione continua e avere una conoscenza più approfondita di come gestire le proprie finanze.

L’argomento successivo era legato agli atteggiamenti: Quali sono le questioni e i problemi di cui i giovani si preoccupano? Ce ne sono? È qui che si è verificato il miracolo, poiché sono stati riscontrati molti temi a cui i giovani tengono e di cui si preoccupano. Nel loro ambiente, ovviamente, è stata posta una forte enfasi sulle relazioni, sulla consapevolezza di sé, sull’alfabetizzazione finanziaria e sulla formazione continua. A livello locale, sono state evidenziate le difficoltà dei trasporti pubblici, la corruzione locale e la mancanza di attività e opportunità per il tempo libero. A livello nazionale, sono state evidenziate l’istruzione e la salute. A livello internazionale/globale, invece, sono stati evidenziati la protezione dell’ambiente e la sostenibilità, nonché l’accettazione e l’inclusione. Ognuno aveva un diverso livello di consapevolezza di ogni questione, ma è emerso anche che tutti erano interessati a un argomento o a una questione che preccupa particolarmente.

Il terzo argomento aveva a che fare con l’attivitsmo. Cosa può fare un giovane per promuovere le situazioni sopra elencate? Quali sono gli strumenti e le opportunità che ritengono utili per essere coinvolti? Abbiamo avuto delle discussioni affascinanti e spesso emozionanti su alcuni temi. È emerso che è comune che i giovani siano interessati a un argomento e sappiano a quale gruppo informale o organizzazione potrebbero unirsi per agire attivamente, ma queste comunità sembrano molto chiuse e loro non hanno spesso il coraggio di contattarle. È emersa anche una frequente frustrazione nei confronti di alcuni metodi di partecipazione: sanno di avere il diritto di firmare petizioni, manifestare, ecc. ma spesso non vedono queste attività produrre risultati. È stato inoltre interessante notare che il tono della discussione era molto diverso per i gruppi che appartengono a una sorta di comunità giovanile locale e che organizzano eventi per la propria fascia d’età con il supporto di un operatore giovanile, rispetto a quelli che non sono attivi in un gruppo di questo tipo. I primi avevano uno stato d’animo molto più fiducioso, sentendo di avere qualcuno a cui rivolgersi per ottenere supporto e di essere in grado di fare qualcosa insieme, mentre gli altri, sia a livello di scuola che di comunità, consideravano possibili loro iniziative poco influenti e questo incideva molto sulla loro motivazione.

Il quarto tema è stato l’impatto ambientale. Volevamo sapere in che misura i giovani sono influenzati nella loro partecipazione dalle persone che frequentano, dalla famiglia, dalle celebrità che seguono, ecc. Sono stati citati sia i valori fondamentali della famiglia che quelli della scuola, ma l’aspetto più importante è stato che per impegnarsi davvero devono sentirsi emotivamente coinvolti. Le piattaforme di social media, le celebrità e gli YouTubers che seguono possono essere interessanti, ma sono stati considerati poco influenti e spesso le loro opinioni su un argomento possono sembrare piuttosto screditate. Ovviamente, alcune persone hanno iniziato a seguirle perché esprimono le loro opinioni su un argomento che sta loro a cuore, partendo dal loro stesso interesse.

La serie di workshop ha arricchito la nostra esperienza. Da un lato, i giovani, spesso descritti come “disinteressati” o “superficiali”, hanno mostrato una profondità di pensiero e una gamma di interessi che smentiscono le etichette. Dall’altro lato, abbiamo ricevuto un feedback da parte dei ragazzi che ci ha fatto capire quanto sia stato positivo averli interpellati per consentire loro di esprimere le loro opinioni.

Questa è forse una delle cose più importanti quando si lavora con o per i giovani. Ricorda che non possiamo sapere cosa è meglio per loro senza chiedere la loro opinione. Possiamo decidere sopra le loro teste, ma in questo caso è probabile che svilupperemo uno strumento/metodo/pratica che non è adatto a loro. Coinvolgili, mettili in condizione di cambiare e sii aperto e flessibile: è così che inizia la loro partecipazione.

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